Quando un lavoratore risulta positivo a un test antidroga in ambito lavorativo, la situazione richiede un protocollo preciso e delicato, in quanto implica sia il rispetto della privacy del dipendente sia la tutela della sicurezza sul lavoro. Vediamo quali sono i principali passaggi coinvolti in questo processo, con un focus sul ruolo del medico competente e la segnalazione al Servizio per le Tossicodipendenze (SERT).
Il medico competente è responsabile di valutare la capacità del lavoratore di svolgere le mansioni in modo sicuro, soprattutto per posizioni che richiedono particolare attenzione e prontezza, come quelle nel settore dei trasporti e dell’edilizia. Se il test antidroga risulta positivo, il medico competente informa il datore di lavoro in forma anonima e non specifica la sostanza rilevata, segnalando solo l’inidoneità temporanea del lavoratore per la mansione specifica.
In caso di positività, il medico competente è obbligato a segnalare il lavoratore al SERT per una valutazione più approfondita. Il SERT è l’ente sanitario territoriale che si occupa di fornire supporto e trattamenti per problemi di tossicodipendenza. Una volta segnalato, il lavoratore è chiamato a una serie di incontri con i professionisti del SERT, i quali hanno il compito di stabilire la frequenza e la natura dell’uso di sostanze, distinguendo tra uso abituale o occasionale.
Uso abituale o occasionale?
Il SERT, attraverso colloqui, test clinici e psicologici, e ulteriori esami tossicologici, valuta se l’assunzione di sostanze è occasionale o abituale. La differenza è fondamentale, poiché ha implicazioni sia legali che operative:
- Uso occasionale: se il SERT valuta che l’uso sia stato sporadico e non compromette la capacità del lavoratore di eseguire le proprie mansioni in sicurezza, può predisporre un programma di monitoraggio periodico. In questi casi, il lavoratore può essere reintegrato, ma con controlli successivi.
- Uso abituale: se emerge invece un uso regolare o una dipendenza, il SERT interviene con un percorso di riabilitazione, concordato con il lavoratore, il medico competente e, in alcune situazioni, con il datore di lavoro. In questo caso, la reintegrazione può essere ritardata fino al completamento di un programma di recupero e di un successivo periodo di osservazione che confermi l’astinenza.
La segnalazione e la valutazione del SERT hanno anche un impatto sulla continuità lavorativa del dipendente. In caso di abuso abituale, la sospensione dal lavoro può protrarsi, con conseguenze anche economiche per il lavoratore. Al contempo, il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire un ambiente sicuro per tutti i dipendenti e potrebbe, quindi, adottare misure temporanee come il ricollocamento in una mansione meno rischiosa, se possibile.
Il protocollo seguito in caso di positività al drug test bilancia la tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro con il supporto per il lavoratore, offrendogli un’opportunità di recupero e di reintegrazione.


