Non idoneità alla mansione specifica. Cosa fare?

Quando un medico del lavoro esprime un giudizio di “non idoneità” a una mansione specifica per un lavoratore, si attivano una serie di procedure e implicazioni importanti per l’azienda e il dipendente. Questo giudizio viene emesso a seguito di una valutazione medica approfondita, effettuata secondo il protocollo di sorveglianza sanitaria e alla luce delle specifiche condizioni di salute del lavoratore, confrontate con i rischi derivanti dalla mansione. Il giudizio di “non idoneità” può essere temporaneo o permanente, e può dipendere da una condizione di salute transitoria o cronica che rende il lavoratore incapace di svolgere le attività legate a una mansione senza mettere a rischio la propria salute o quella di altri.

Strade percorribili

  1. Ricollocamento del Lavoratore: Se possibile, l’azienda deve valutare soluzioni alternative che permettano al dipendente di svolgere una mansione diversa, compatibile con il suo stato di salute. Questo può implicare un cambiamento di ruolo, adattamenti della postazione o delle attività. Il datore di lavoro ha l’obbligo di rispettare il principio di “massima occupabilità” e cercare, quando possibile, un’altra mansione adatta al lavoratore all’interno dell’azienda.
  2. Procedura di Ricorso: Il lavoratore o il datore di lavoro hanno il diritto di fare ricorso contro il giudizio di non idoneità entro 30 giorni. Il ricorso viene presentato all’ASL di competenza, e un’apposita commissione valuterà la possibilità di confermare o rivedere il giudizio.
  3. Sospensione dal Lavoro: Nel periodo in cui si attende l’esito del ricorso o mentre si cerca una mansione alternativa, il lavoratore può essere sospeso temporaneamente. 
  4. Incompatibilità Definitiva: Se non esistono mansioni alternative compatibili con lo stato di salute del lavoratore, l’azienda può trovarsi costretta a risolvere il rapporto di lavoro per impossibilità sopravvenuta alla prestazione. Questa risoluzione deve essere in ogni caso considerata l’ultima opzione, poiché l’azienda ha l’obbligo di esplorare tutte le alternative percorribili.
  5. Tutela per il Lavoratore: Quando il giudizio di non idoneità deriva da una patologia legata a rischi professionali, possono aprirsi le porte per specifiche tutele come l’indennità per inabilità temporanea o l’eventuale riconoscimento di malattia professionale, se dimostrabile.

Per il datore di lavoro, un giudizio di non idoneità rappresenta una responsabilità aggiuntiva e richiede una gestione corretta e trasparente, al fine di rispettare la normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L’azienda è tenuta a collaborare attivamente con il medico competente e le autorità sanitarie per garantire che ogni passaggio venga svolto nel rispetto dei diritti del lavoratore.

Il giudizio di non idoneità è una misura a tutela della salute del lavoratore, ma comporta sfide complesse per tutte le parti coinvolte. Richiede un dialogo costante tra medico competente, datore di lavoro e lavoratore, affinché le decisioni finali siano le più vantaggiose per la sicurezza e il benessere del lavoratore e per l’organizzazione aziendale.

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